Per il digital marketing e tutte le figure che operano in questo settore il 2019 è stato un anno molto intenso. Con decine di nuove tecnologie che hanno invaso il mercato, centinaia di corsi sulla gestione del digital marketing stesso e migliaia di video sui funnel di vendita, prevedere i trends del marketing per il 2020 è un’impresa ardua come trovare qualcosa da cucinare per un vegano a cena (è auto ironico, e se stai cercando davvero "qualcosa da cucinare per un vegano a cena", sei nel posto sbagliato).
Vorrei condividere la mia prospettiva, come cultore della materia prima e tecnico specializzato poi, un elenco di partenza dei 6 principali trends di digital marketing che vedremo nel 2020.
Sicuramente non è una novità e non ha nulla a che vedere con Nostradamus o con le palle di vetro delle gitane. Certo è che stiamo vivendo l'era dell'abbondanza di dati in cui le persone interagiscono con i marchi sui più variopinti canali, consumano contenuti in modo destrutturato e, prima di prendere quella fantomatica decisione di acquisto, ci pensano e ci ripensano e ci ripensano… Il predictive marketing fondamentalmente prende tutte queste interazioni destrutturate, osserva i modelli di dati positivi esistenti e anticipa i risultati.
Sono sempre di più le piattaforme che spesso sulla base di casi studio condividono nei propri blog articoli sul predictive analytics o sul predictive lead scoring (una metodologia di valutazione dei lead basata sui dati, che utilizza i dati storici e la predictive modelling per identificare i lead di vendita che hanno maggiori probabilità di convertire). Questo significa che sono stati investiti molti soldi su ricerca e sviluppo per offrire un servizio specifico non solo alle big company ma anche alle PMI.
Uno dei modi per utilizzarla potrebbe essere proprio, come dicevo sopra, il predictive lead score, quindi valutare se un nuovo lead è pronto a prendere una decisione di acquisto e di conseguenza quale flusso di messaggi personalizzati consegnargli (perché diversificate i messaggi in base ai cluster vero?). Oppure la si potrebbe utilizzare per identificare il canale più efficace per la consegna dei messaggi (es: Email vs SMS vs Push) e di conseguenza determinare il tipo di messaggio da inviare basandoci su quale strato del funnel si trova il lead.
Sappiate che dall’altra parte dell’oceano alcune aziende che operano nell’hospitality hanno investito in questa tecnologia, come ad esempio gli hotel e i resort, che hanno la capacità di determinare il numero di ospiti in un determinato giorno o evento per aumentare il loro tasso di prenotazione.
Dulcis in fundo, ovviamente, anche le grandi aziende di e-commerce hanno sfruttato il predictive marketing e la predictive analitycs. Come? Per consigliare ad esempio nuovi prodotti o un’esperienza di vendita personalizzata per i clienti come la cronologia degli acquisti e le preferenze degli altri acquirenti. Di chi sto parlando se non del gigante della vendita al dettaglio online Amazon? Ecco, sappiate che Amazon è in grado di conoscere la nostra predisposizione all'acquisto, l’orario solito dei nostri acquisti e di conseguenza fornirci consigli su prodotti altamente mirati via e-mail o recentemente, anche tramite l'estensione del browser chiamata "Amazon Assistant", la stai utilizzando già?
Se ti occupi di digital marketing e ti è capitato di impostare campagne pubblicitarie online utilizzando ad esempio Google Ads o Facebook Ads, saprai certo che, quando imposti un budget stai partecipando ad un’asta.
Google ($103,73 miliardi in entrate pubblicitarie) e Facebook ($ 67,37 miliardi in entrate pubblicitarie), sono i primi player per la spesa pubblicitaria digitale nel 2019 secondo Emarketer.
L’obiettivo 2020 dei monopolizzatori dell’advertising online è quello di far ottenere alle aziende, che hanno deciso di investire i propri budget pubblicitari sulle loro rispettive piattaforme, il miglior ROI (ritorno sull’investimento, lo sapevi vero?!) utilizzando delle opzioni di offerta di annunci intelligenti.
Se ti è mai capitato di parlare con uno specialista Google o Facebook, le prime azioni che ti spingono ad intraprendere sono relative all’ottimizzazione automatica delle offerte economiche per gli annunci, esempio le CBO (Campaign Budget Optimization) per Facebook oppure Maximize Conversion di Google, grazie al quale è promesso che potrai ricevere più conversioni a un costo simile a quello che stai utilizzando ma con una strategia di offerta completamente automatica.
Se queste offerte di annunci intelligenti ed automatizzate non sono particolarmente nuove, entrambi i giganti stanno aguzzando l’ingegno con nuove opzioni. Ad esempio, Google ha recentemente annunciato durante Google Marketing Live 2019 un'offerta automatizzata ancora più intelligente che utilizza il machine learning per ottimizzare gli obiettivi di rendimento selezionati in ogni singola asta, una funzione presentata come "auction-time bidding".
Anche se i post che vendono sui social media siano stati introdotti ormai da due anni, quest’anno sarà testimone di un'esplosione di puntini bianchi lampeggianti all’interno delle foto, grazie anche ad integrazioni semplici da configurare sulle app di terze parti che operano nel mondo dello shop online come ad esempio Shopify.
Checché se ne dica, il numero di utenti di Facebook, Instagram e TikTok sta crescendo tanto quanto i post o le stories sponsorizzate nei rispettivi feed. Le aziende di e-commerce stanno finalmente realizzando l'impatto che i social possono avere sulle vendite di prodotti online con numeri misurabili e aumento del traffico negli store stessi. Secondo Instagram, ad esempio, il numero di utenti attivi in tutto il mondo è di 1 miliardo e il 90% di loro segue marchi commerciali.
A parer mio è fondamentale considerare nell’ottica del percorso di acquisto che gli annunci interattivi minimizzerebbero la frequenza di rimbalzo e ridurrebbero la canalizzazione di vendita poiché ai clienti finali viene fornita un'esperienza di acquisto online senza interruzioni.
Sicuramente però si perderebbero dei dati che i marketers adorano misurare e i social hanno o avranno un ritorno. Se lo store del cliente ha aumentato in una buona percentuale le vendite proprio grazie ai post che vendono, e lo aumenterà quasi sicuramente, probabilmente deciderà di continuare ad investire in questa strategia.
Secondo Jumpshot, una società che si occupa di analisi di marketing, il 49% delle ricerche su Google non ha prodotto clic nel primo trimestre del 2019, il che significa che quasi la metà di queste ricerche è andata persa, perdendo di conseguenza la possibilità di portare l’utente all’interno del website.
Un altro cambiamento significativo è che il numero di visitatori che le aziende stanno ottenendo da traffico organico, e quindi dalla SEO, dovrebbe diminuire.
Google ha deciso di dare priorità ai Rich Snippet su tutte le piattaforme e dispositivi che può controllare.
Croce e delizia dei SEO Specialist, traducendo dall’inglese, ed in italiano non suona proprio molto bene, si tratta di "arricchitori" di snippet (gli snippet sono invece i risultati nella pagina di ricerca di Google composti da titolo, url e descrizione), i quali consentono ai visitatori di ottenere tutte le informazioni che stanno cercando molto più velocemente e aiutano l’utente a decidere su quale risultato cliccare.
Sulla base di uno studio condotto da Path Interactive, tra le persone di età compresa tra 13 e 18 anni, il 40% di loro soddisferà il proprio bisogno manifestato a Google proprio attraverso i rich snippet.
Questo sforzo di Google favorirà un click-through più informato e ridurrà drasticamente le frequenze di rimbalzo. L'implementazione tecnica di questi rich snippet è in grande parte correlato ai dati strutturati e quindi a "Schema Markup" che dovrebbe diventare uno dei focus principali dei SEO nel 2020.
Fortunatamente Schema Markup sta diventando sempre più semplice da inserire nei website anche grazie a plug-in pronti all'uso per i più diffusi CMS come WordPress e Shopify, rendendo più semplice la configurazione anche senza un know-how tecnico elevato. Se hai invece un CMS custom, puoi implementare questo boost SEO manualmente con JSON-LD.
I marketer stanno scoprendo che sempre più potenziali acquirenti si trovano online e sono disposti a effettuare transazioni direttamente dal loro canale di messaggistica preferito. Ovviamente di conseguenza le app di messaggistica stanno cogliendo questa opportunità per aprire alla messaggistica tra aziende e consumatori fornendo nuove API (Application Programming Interface) ovvero un insieme di procedure che un sistema espone ai propri utilizzatori.
App come Whatsapp, Facebook Messenger e WeChat non sono più limitate agli usi personali. E mentre alcuni hanno API private limitate come Whatsapp, altri come Facebook Messenger sono più flessibili quando si tratta di robot automatizzati e hanno già una tecnologia di marketing a pieno titolo disponibile sul mercato.
Dato che il numero totale di utenti attivi su questi 3 canali combinati è di oltre 4 miliardi, aumenteranno le aziende che espanderanno i propri canali di coinvolgimento dei clienti adottando almeno una piattaforme di messaggistica nel 2020. Questo ovviamente li aiuterà a comunicare efficacemente con gli utenti e migliorare le strategie di personalizzazione.
Grazie a questa espansione, le piattaforme di marketing sono in grado di tracciare con maggiore precisione i dati raccolti e di creare un modello di attribuzione migliore per determinare se una conversione è avvenuta tramite una chat di Facebook o tramite SMS. Alla fine probabilmente, uno dei problemi più complessi per gli esperti di digital marketing sarà misurare l'attribuzione da referral, non tutti conoscono gli UTM parameters (:
La ricerca vocale ha scalato la marcia e, come previsto, dovrebbe sfiorare il 50% delle ricerche online proprio in questo 2020.
Oltre a utilizzare gli smart speaker come Alexa, Cortana o Google Home per rispondere alle domande degli utenti e riprodurre musica, le aziende possono sfruttare questi dispositivi per fornire un servizio di risposta vocale ai propri clienti.
Oggi le aziende che vendono online, possono trasformare i propri cataloghi di prodotti in marketplace abilitati alla voce e consentire ai clienti di utilizzare i dispositivi, appunto come Alexa, Cortana o Google Home, per effettuare ordini con semplici comandi vocali.
Il principale obiettivo è tenere il passo con le nuove tecnologie e scoprire come trarre il massimo vantaggio dagli sviluppi per rimanere al passo con la concorrenza.
Pronti per il 2020?